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ARTI MARZIALI

Jujitsu significa letteralmente "arte della cedevolezza".
La sua storia ha origine oltre 1000 anni fa, con l'avvento dei guerrieri Samurai nell'epoca feudale giapponese.
Il Samurai era una figura estremamente nobile e rispettata, così come la disciplina che gli permetteva di proteggere l'imperatore e se stesso.
Si basa sul "Bushido", che significa "la via del guerriero". Questo è il codice etico e morale che regolava la vita e il comportamento dei Samurai.
Nel corso dei secoli, il Bushido si è evoluto incarnando le virtù fondamentali che un Samurai doveva seguire, sia in tempo di guerra che di pace:
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Giustizia (義, Gi)
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Coraggio (勇, Yuu)
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Benevolenza (仁, Jin)
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Cortesia (礼, Rei)
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Onestà (誠, Makoto o Shin)
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Onore (名誉, Meiyo)
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Lealtà (忠義, Chuu gi o Chuu)
Oltre alle sue componenti cerimoniali e storiche, il Jujitsu fonda la sua efficacia militare sull'uso delle armi e del corpo.
L'arma più nobile era la Katana, considerata l'anima del Samurai.
Dallo studio di quest'arma derivano tutte le tecniche di combattimento corpo a corpo.

Come funziona?
Per apprendere questa disciplina, è fondamentale fare un passo indietro rispetto allo studio delle tecniche, concentrandosi prima sul “luogo” in cui il movimento avviene: lo spazio.
La percezione dello spazio è cruciale per il marzialista, poiché stabilisce il collegamento con il proprio corpo e orienta la direzione futura dei movimenti.
Si inizia con lo studio del movimento nello spazio, allenando l’equilibrio e mantenendolo naturale. Questo avviene attraverso una serie di esercizi mirati a sviluppare la capacità di gestire il baricentro durante gli spostamenti, evitando oscillazioni improvvise.
Si approfondisce quindi lo studio delle cadute, trasformandole in uno strumento anziché in uno svantaggio, imparando a proteggere ogni parte del corpo durante l’esecuzione dei gesti tecnici.
Successivamente, si procede con l’apprendimento dei colpi (atemi), delle proiezioni (nage), degli strangolamenti (jime) e delle leve articolari (kansetsu), per poi condensare il tutto nello studio delle applicazioni pratiche delle tecniche previste dal programma della scuola di appartenenza.
A cosa è utile?
Partendo da un'analisi psicologica del contesto, è innegabile che all'interno della scuola, come in tanti altri punti di aggregazione, gli studenti devono necessariamente convivere nello stesso spazio e a volte possono nascere quei tanto conosciuti "attriti sociali" che possono sfociare nel bullismo.
È anche vero che altrettanto spesso non si previene questo problema, ma si "risolve" solo dal punto di vista amministrativo sanzionando il colpevole e rassicurando la vittima, senza però curarsi di conferire sia al bullo che alla sua vittima degli strumenti per conoscere, prevenire e arginare il problema autonomamente, affidandosi ad una consapevolezza che dovrebbero essere loro a costruire, attraverso possibilità che noi adulti siamo tenuti a proporre.
Si dice "gioco di mano, gioco da villano" un proverbio che non condividiamo perché eccessivamente generico.
Imparare a gestire il proprio corpo, giocando e studiando il limite al quale posso o non posso arrivare è fondamentale per sviluppare senso critico.
Per questo motivo i giochi e attività che prevedono di imparare ad usare la propria fisicità dovrebbero essere contemplati. L'equilibrio mentale è tanto profondo quanto lo è anche la capacità del corpo di sfogare il suo essere.
L'obbiettivo di questa esperienza è proprio quello di baricentrare l'emotività attraverso la conosenza del nostro corpo e dei suoi limiti per generare nella mente dei ragazzi il sentimento dell'equilibrio e consapevolezza.
Obiettivi psicopedagogici
Sviluppo della disciplina e dell'autodisciplina: la pratica regolare del Jujitsu richiede disciplina, costanza e rispetto delle regole. Questi valori sono fondamentali nell'apprendimento e nella crescita personale.
Aumento della fiducia in sé stessi: superare sfide fisiche e apprendere nuove abilità nel Jujitsu può contribuire a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi e una sensazione di autoefficacia. Gli studenti imparano a superare ostacoli e a gestire situazioni difficili, il che può trasferirsi positivamente in altri aspetti della loro vita.
Miglioramento delle capacità cognitive: la pratica del Jujitsu coinvolge il pensiero strategico, la pianificazione e la risoluzione dei problemi. Gli studenti devono imparare a leggere le mosse dell'avversario, adattarsi rapidamente e prendere decisioni in tempo reale, il che può contribuire allo sviluppo delle loro capacità cognitive.
Controllo delle emozioni: il Jujitsu insegna agli studenti a gestire lo stress, l'ansia e altre emozioni intense durante la pratica. Imparano a mantenere la calma sotto pressione e a reagire in modo appropriato anche in situazioni intense.
Rispetto degli altri: le lezioni di Jujitsu offrono un ambiente sociale in cui gli studenti possono interagire con gli altri, imparare a lavorare in squadra e sviluppare il rispetto reciproco. Questo è particolarmente importante nei programmi per bambini e adolescenti, dove si incoraggia il rispetto per gli istruttori e per i compagni di pratica.